G. Cavallaro <gcavallaro@boom.it>

2001-09-10 08:19:15 PST

[PERITI-INDUSTRIALI] Periti industriali e geometri

 

Salve a tutti. Vorrei sottoporvi un caso che ha quasi del paranormale.

Mi

sono diplomato nel 1993, ho svolto praticantato biennale presso un geometra

e mi sono abilitato nel 1995 in edilizia. Da allora mi sono iscritto

all'albo e svolgo tuttora la libera professione.

 

Ultimamente ho avuto

modo di accogliere nel mio piccolo studio un giovane diplomato geometra

intenzionato a fare il praticantato e iscriversi nel suo albo.

Aveva già

preparato tutto quando mi informa dal Collegio dei geometri della mia

provincia che il titolo di "perito industriale edile" non è idoneo a

impartire il praticantato a un geometra, in quanto vengono riconosciuti i

soli titoli di:

ingegnere civile, architetto e geometra.

 

Non è assurdo

che io sia stato "formato" da un geometra e non possa a mia volta impartire

nozioni ad un geometra ?

 

Questa è la mia mortificante esperienza che

credo lo sia altrettanto per tutta la categoria.

 

Saluti e grazie per

l'attenzione.

 

Per. Ind. Giuseppe Cavallaro

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Da:Per. Ind. Loris Batacchio [loris.batacchio@genie.it]
Soggetto:Re: [PERITI-INDUSTRIALI] Periti industriali e geometri
Newsgroups:it.lavoro.professioni

Data:2001-09-11 00:29:13 PST

 

Purtroppo, di paranormale vi è solo l'ostinazione che la rappresentanza di

categoria da anni spende per accumunare le sorti dei periti industriali

edili a quelle dei geometri.

Ho già detto in altre occasioni e qui lo ripeto, che è un errore madornale

perseguire obiettivi di revisione delle competenze dei colleghi edili

unitamente alla categoria dei geometri.

Infatti, dalla lettura serena e pacata dell'art. 16 del RDL 274/29

"regolamento per la professione di geometra" si evince che la sua competenza

in fatto di costruzioni è un elemento complementare, marginale e certamente

non specifico dell'attività, contrariamente a quello che prevede l'art. 16

del gemello e contemporaneo RDL 275/29 "regolamento per la professione di

perito industriale" ove tale mansione è attribuita conferendo in aggiunta un

"...SENZA PREGIUDIZIO DI QUANTO PREVISTO DA SPECIALI NORME LEGISLATIVE...".

Io sono convinto che dal 1929 ad oggi i periti industriali edili si siano

fatti sottrarre indebitamente dai geometri un ambito di competenze

specifiche che era di loro precisa pertinenza.

Questo per dire che in fondo i geometri hanno ragione a ritenere che il

titolo di perito industriale edile non sia idoneo al professionista per il

sostenimento del praticantato in quanto più specifico di quello del geometra

per le costruzioni. Ma lo è anche quello di ingegnere civile (edile) e di

architetto. Di contro, sarrebbe stato più completo prevedere anche i titoli

di agronono e forestale e perito agrario dato che i geometri hanno COME

COMPETENZE PRIMARIE l'attività nel settore topografico catastale,

frazionamenti e divisioni e perizie nel settore agricolo.

 

Molti colleghi aspettano col fiato sospeso che venga approvato il ddl sulla

definizione delle competenze dei geometri e dei periti industriali edili.

Ripeto (forse sarò monotono) che questo passo porterà a regalare ai geometri

attribuzioni nel settore urbanistico e delle costruzioni che non gli

competono secondo il vigente regolamento. Inoltre, essi puntano a

"posizionare gli impianti" pur senza dimensionarli (qualcuno per favore mi

spieghi cosa significhi questa celebre frase, anche se posso immaginare che

sia solo il preludio ad un'invasione di competenze nel campo impiantistico).

Infatti, se essi inizieranno a "posizionare" gli impianti, immagino che

emetterebbero anche delle parcelle per tale fatica e ciò, ovviamente non può

fare piacere a chi per farsi pagare onestamente il proprio lavoro è tenuto a

PROGETTARE completamente gli impianti.

 

Il CNPI commetterà l'ennessimo autogol a sostenere le sorti comuni dei

periti industriali edili a quelle dei geometri e sarebbe bene che si

pensasse adesso alle spiacevoli conseguenze piuttosto che dopo che la legge

entri in vigore per poi avviare dei conflitti di applicabilità.

 

Tornando alla tua esperienza. Mi spiace davvero che tu l'abbia preso come un

trauma, ma come tu stesso hai detto, è solo una "mortificante esperienza"

della quale faresti bene ad informare il CNPI per il tramite del collegio di

appartenenza affinchè anche sul nostro regolamento del praticantato si dia

spazio ai soli architetti, ingegneri civili e periti industriali

professionisti (escludendo i geometri) la possibilità di accogliere gli

abilitandi periti industriali edili. E' la sola cosa possibile.

 

Saluti.

 

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